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PMI Europa

Una nuova strategia per la PMI europea

All’inizio del 2020 la PMI europea si trovava di fronte a due sfide importanti: la trasformazione digitale e l’adeguamento alla green economy, sempre più imprescindibile. Poi la pandemia ha cominciato a diffondersi: il giorno dopo la pubblicazione del report “An SME Strategy for a sustainable and digital Europe” da parte della commissione europea, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato ufficialmente il Covid-19 come una pandemia globale. Così alle sfide già esistenti si è venuta ad affiancare anche quella del virus. Ad oggi la situazione è complicata e senza un’adeguata strategia coreografata da parte di ogni nazione europea sarà molto difficile uscirne.

La PMI in Europa

Per capire la vastità del problema è utile tenere a mente un dato: nei 27 Paesi dell’Unione Europea operano 24 milioni tra piccole e medie imprese, in grado di generare, almeno prima della pandemia, quasi la metà del PIL europeo. Di tutte queste imprese, il 98.9 % opera con meno di 49 dipendenti. Si tratta di imprese molto eterogenee che operano in un numerosi settori completamente diversi.

Per il ruolo fondamentale che ricopre la PMI in EU, il Parlamento Europeo ha sottolineato come questa debba rimanere al centro dell’attenzione sia per quanto riguarda il Green Deal europeo sia per quanto riguarda le strategie digitali. Ad oggi da parte di legislatori e imprenditori è richiesto uno sforzo notevole per aumentare la competitività delle aziende e sbloccare tutto il loro potenziale rimasto latente.

Alcuni fattori di rischio per la PMI europea

La situazione degli ultimi mesi ha spinto molte piccole/medie imprese e neonate start-up sull’orlo dell’insolvenza, innescando una crisi di liquidità che non si limiterà ad influenzarle nel breve periodo. Ad acuire il problema ci hanno pensato gli aiuti della European Central Bank, asset economici a cui solo le grandi compagnie hanno normalmente accesso.

Considerando che per le PMI europee i prestiti bancari sono una delle prime forme di finanziamento, è facile capire perché ad un certo tipo di tessuto imprenditoriale mancano gli strumenti per gestire una crisi prolungata. Se si aggiunge che alcune misure introdotte nazionalmente potrebbero influenzare in maniera negativa il mercato interno europeo, si capisce la necessità di iniziative sovrastatali.

Un’ultima nota, per capire la dimensione della crisi in cui ci troviamo in questo momento: nel OECD Economic Outlook di quest’anno non si esclude che, nel caso di una nuova intensa ondata della pandemia, si arriverebbe ad una perdita di entrate per la fine del 2021 peggiore di ogni altra recessione degli ultimi 100 anni.

Rischio PMI europa

Il ruolo dell’innovazione nella PMI europea

Affrontare questa crisi non sarà semplice, ma sappiamo già quale sarà il primo passo: l’innovazione. Che ci si riferisca alla digitalizzazione dei processi, fenomeno per altro accelerato dalle misure anti contagio, o alla green economy, soprattutto per quanto l’efficienza, la PMI dovrà essere incentivata a guardare al futuro. Bisogna anche considerare che questi due ambiti creeranno opportunità per nuovi posti di lavoro, a patto che anche l’Europa investa nelle infrastrutture digitali e si dedichi a iniziative ambientali.

Per incentivare il libero scambio di idee, terreno fertile necessario all’innovazione si dovrà anche intervenire sulle regolamentazioni, soprattutto dove questa è eccessiva e ridondante. A tal proposito, sarà molto importante rivedere le politiche nel campo della proprietà intellettuale e dei contenziosi brevettuali.

L’invito del Parlamento Europeo alla Commissione

A proposito di regolamentazione, uno dei punti più importanti per il Parlamento Europeo è l’intervento della Commissione riguardo agli eccessi burocratici che spesso escludono le PMI da incentivi, bandi e finanziamenti EU. Per evitare ulteriori appesantimenti legislativi il Parlamento Europeo propone di adottare, almeno inizialmente, la strategia “one in-one out”. Detto questo, molti degli Stati Membri richiedono una semplificazione fino al 30% della regolamentazione, quindi non è difficile capire l’urgenza della proposta.

Boardwalk, lavorando con le PMI italiane quotidianamente, è testimone dello scenario descritto dal documento redatto dal Parlamento Europeo. Sappiamo che il tessuto imprenditoriale italiano ha dimostrato più d’una volta di saper accettare sfide importanti, facendo leva sulle caratteristiche peculiari delle nostre aziende. La presenza concreta sul territorio, la capacità di adattamento e un grande spirito di iniziativa sono gli ingredienti che le nostre imprese hanno a disposizione, è ora di utilizzarli al massimo.

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